L’Universo come Videogioco della Coscienza: Dalla Teoria Olografica alle Espressioni Artistiche

Quando la realtà imita “The Sims” (o viceversa?)

La teoria dell’Universo olografico suggerisce che ciò che percepiamo come realtà tridimensionale potrebbe essere in realtà la proiezione di informazioni codificate su una superficie bidimensionale, simile a un ologramma. Questa affascinante ipotesi, sostenuta da fisici come Leonard Susskind e Gerard ‘t Hooft, apre la porta a interpretazioni ancora più profonde sulla natura della nostra esistenza. Cosa succederebbe se portassimo questo concetto un passo oltre, immaginando che l’intero universo sia essenzialmente un elaborato videogioco di simulazione, creato dalla Coscienza stessa per sperimentare la dualità?

## La Coscienza che si è dimenticata di sé

In questa visione, la Coscienza – singolare, unificata e di natura divina – avrebbe creato questo immenso “gioco” cosmico per sperimentare ciò che altrimenti le sarebbe impossibile: la separazione, l’individualità, la limitazione. Per rendere l’esperienza autentica, questa Coscienza avrebbe imposto a sé stessa un velo di dimenticanza, cancellando temporaneamente il ricordo della propria natura illimitata.

Non è forse questo il principio alla base di ogni videogioco immersivo? Quando giochiamo a “The Sims” o qualsiasi altro gioco di simulazione, temporaneamente “dimentichiamo” la nostra identità reale per immergerci nell’identità del personaggio che controlliamo. La differenza sarebbe che, nella nostra ipotesi, il distacco non è mai completo – rimangono tracce, echi della nostra vera natura che si manifestano attraverso l’inconscio.

## Le espressioni artistiche come “bug” nel sistema

È qui che entra in gioco l’arte in tutte le sue forme. La musica che ci fa vibrare inspiegabilmente, i film che ci commuovono profondamente, i romanzi che sembrano parlare direttamente alla nostra anima – potrebbero essere tutti “glitch” o “bug” nel programma dell’universo simulato, momenti in cui la memoria della nostra vera natura trapela attraverso le fessure della simulazione.

Quando un compositore crea una melodia che risuona con migliaia di persone, o quando un autore descrive un’esperienza trascendentale che sembra stranamente familiare a chi legge, potremmo essere di fronte a frammenti della coscienza universale che riconosce sé stessa. L’arte diventerebbe così non solo un’espressione creativa, ma un vero e proprio ponte tra la nostra realtà simulata e la nostra natura dimenticata.

## I videogiochi di simulazione: uno specchio rivelatore

Particolarmente affascinante, in questa prospettiva, è l’emergere dei videogiochi di simulazione come “The Sims”. Questi giochi rappresenterebbero una sorta di mise en abyme, una ripetizione frattale del processo cosmico: noi, già personaggi in una simulazione divina, creiamo ulteriori simulazioni popolate da personaggi virtuali.

In “The Sims”, assumiamo il ruolo di creatori onniscienti che dirigono le vite di creature digitali con bisogni, desideri e limitazioni. Non è curioso come questi giochi siano diventati così popolari? Forse perché, a un livello subconscio, rispecchiano esattamente la nostra vera condizione metafisica.

Quando un giocatore di “The Sims” crea un personaggio, gli costruisce una casa, gli fa incontrare un partner, e lo guida attraverso carriere e relazioni, sta essenzialmente replicando il processo che, secondo questa ipotesi, la Coscienza universale ha realizzato con noi. La differenza è che il giocatore mantiene la consapevolezza della propria identità esterna al gioco, mentre noi avremmo temporaneamente perso questa consapevolezza.

## La ricerca della trascendenza nei mondi virtuali

Questa prospettiva spiegherebbe anche perché, all’interno di questi giochi di simulazione, spesso cerchiamo di trascendere i limiti del sistema. I giocatori di “The Sims” non si accontentano di replicare la vita quotidiana – vogliono esplorare possibilità fantastiche, superpoteri, vite alternative. Anche all’interno della simulazione, la Coscienza cerca inconsciamente di ricordare la propria natura illimitata.

Lo stesso accade nella nostra realtà, dove l’essere umano ha sempre cercato esperienze trascendentali attraverso la meditazione, le pratiche spirituali, le esperienze psichedeliche o, appunto, l’immersione nell’arte. Tutte queste pratiche potrebbero essere interpretate come tentativi di bucare il velo della simulazione, di ricordare momentaneamente chi siamo veramente.

## Conclusione: il gioco infinito della Coscienza

Se l’universo fosse davvero un elaborato videogioco creato dalla Coscienza per sperimentare sé stessa in forme dualistiche, allora ogni nostra espressione artistica, ogni storia che raccontiamo, ogni mondo virtuale che creiamo potrebbe essere interpretato come un tentativo della Coscienza di comunicare con sé stessa attraverso il velo dell’amnesia cosmica.

In questa visione, non staremmo semplicemente consumando arte o giocando a videogiochi – staremmo attivamente partecipando a un dialogo subconscio con la nostra vera natura, cercando indizi della nostra origine divina nascosti negli interstizi della realtà simulata.

La prossima volta che ti immergerai in un film coinvolgente, ti lascerai trasportare da una canzone, o creerai la vita perfetta per il tuo personaggio in “The Sims”, potresti chiederti: è solo intrattenimento, o sto assistendo a un momento di auto-riconoscimento della Coscienza universale che si risveglia brevemente dal suo sogno cosmico?

Forse, in quel preciso istante, il giocatore e il gioco diventano momentaneamente consapevoli di essere la stessa cosa.

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